Modello contratto installazione impianto fotovoltaico

Redigere un contratto per l’installazione di un impianto fotovoltaico rappresenta un passaggio fondamentale per garantire chiarezza, tutela e trasparenza tra le parti coinvolte. Un documento ben strutturato non solo disciplina le responsabilità del fornitore e del committente, ma definisce anche tempi, modalità di esecuzione, condizioni economiche e standard qualitativi dell’intervento. In questa guida, scoprirai gli elementi essenziali che non devono mai mancare in un contratto di questo tipo, i consigli pratici per evitare errori comuni e le migliori pratiche per assicurare che l’accordo sia solido e conforme alle normative vigenti. Con un approccio chiaro e dettagliato, sarai in grado di redigere un contratto efficace, tutelando i tuoi interessi e promuovendo una collaborazione serena e professionale.

Come scrivere un contratto installazione impianto fotovoltaico

Redigere un contratto per l’installazione di un impianto fotovoltaico richiede una particolare attenzione sia agli aspetti tecnici sia a quelli giuridici. Bisogna innanzitutto identificare con precisione le parti coinvolte: il committente, ovvero il soggetto che richiede l’installazione, e l’installatore o appaltatore, cioè la ditta specializzata che eseguirà i lavori e fornirà le apparecchiature necessarie. È fondamentale riportare i dati anagrafici e fiscali completi di entrambe le parti, per permettere una chiara identificazione e per attribuire le responsabilità in caso di controversie.

Successivamente, occorre descrivere in modo dettagliato l’oggetto del contratto. Questa sezione deve chiarire che si tratta della progettazione, fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico, specificando la tipologia di impianto, la potenza nominale, la marca e il modello dei principali componenti come i pannelli fotovoltaici, gli inverter e i sistemi di monitoraggio. È importante includere anche la descrizione del luogo di installazione, con eventuali planimetrie o riferimenti catastali, e precisare se l’impianto sarà installato su coperture esistenti, su tettoie, o a terra.

Il contratto deve stabilire con chiarezza i tempi di esecuzione, indicando le diverse fasi: progettazione, ottenimento delle autorizzazioni (come la richiesta al Gestore dei Servizi Energetici o al Comune), fornitura dei materiali, installazione, collaudo e connessione alla rete elettrica. È opportuno fissare delle scadenze precise o dei termini entro cui ciascuna fase deve essere completata, prevedendo eventualmente penali in caso di ritardi imputabili all’installatore.

Un altro elemento essenziale riguarda i costi. Il contratto deve riportare il corrispettivo complessivo, distinguendo tra il valore dell’impianto, i costi di installazione e ogni eventuale onere accessorio come pratiche amministrative, smaltimento di vecchi materiali o lavori di adattamento. È buona pratica specificare le modalità di pagamento, ad esempio se avverrà in un’unica soluzione o in più tranche, legate all’avanzamento dei lavori, e se il prezzo è comprensivo di IVA e di ogni altro tributo applicabile.

La parte relativa alle garanzie merita particolare attenzione. L’installatore deve garantire il corretto funzionamento dell’impianto per un certo numero di anni, generalmente almeno due per legge, ma spesso si offrono garanzie più estese sui componenti principali, come i pannelli e gli inverter. Devono essere indicati chiaramente i termini e le condizioni di queste garanzie, nonché le modalità di intervento in caso di malfunzionamento o difetti.

Il contratto deve prevedere anche una sezione relativa alle responsabilità e alle assicurazioni. È importante che l’installatore attesti di essere in regola con tutte le normative di sicurezza e che disponga delle necessarie coperture assicurative per danni a terzi o danni derivanti da errori di installazione. Deve essere precisato chi si farà carico delle eventuali pratiche di connessione alla rete, della gestione delle detrazioni fiscali o degli incentivi statali, e come verranno trattati i dati personali ai sensi della normativa vigente sulla privacy.

Infine, il contratto deve contenere le clausole relative alla risoluzione delle controversie, stabilendo se in caso di disaccordo le parti si rivolgeranno ad un arbitro, a una camera di conciliazione, o direttamente al tribunale competente. È buona norma, infine, richiedere che il contratto sia letto, compreso e sottoscritto da entrambe le parti, con eventuale controfirma per accettazione specifica delle clausole più onerose, come previsto dalla normativa italiana.

Solo attraverso un’attenta e dettagliata redazione di tutte queste sezioni è possibile garantire la tutela di entrambe le parti e assicurare che l’installazione dell’impianto fotovoltaico avvenga nel rispetto degli standard tecnici e legali, riducendo al minimo il rischio di incomprensioni o controversie future.

Fac simile contratto installazione impianto fotovoltaico

CONTRATTO DI INSTALLAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Tra

Il Sig./La Sig.ra ________________________________________, nato/a a ___________________________ il __/__/____, residente in _____________________________, via ____________________________, codice fiscale ____________________________, di seguito denominato “Committente”

e

La Società _________________________________________, con sede legale in _____________________________, via ____________________________, P. IVA _____________________________, in persona del legale rappresentante pro tempore, di seguito denominata “Installatore”

si conviene e si stipula quanto segue:

Art. 1 – Oggetto del contratto
Il Committente affida all’Installatore che accetta l’incarico di realizzare e installare un impianto fotovoltaico presso l’immobile sito in _____________________________, via ____________________________, secondo le specifiche tecniche allegate al presente contratto (Allegato A).

Art. 2 – Descrizione dell’impianto
L’impianto avrà una potenza nominale di __________ kWp, sarà composto da n. ______ moduli fotovoltaici, inverter, strutture di supporto e sistema di monitoraggio, come dettagliato nell’Allegato A.

Art. 3 – Prezzo e modalità di pagamento
Il prezzo totale per la fornitura e l’installazione dell’impianto è fissato in euro € ______________ (euro ________________________). Il pagamento verrà effettuato secondo le seguenti modalità:
– Acconto del ____% (€ __________) alla firma del presente contratto;
– Saldo del ____% (€ __________) entro e non oltre il collaudo e la consegna dell’impianto.

Art. 4 – Durata dei lavori
L’Installatore si impegna a completare l’installazione entro n. ____ giorni lavorativi dalla ricezione dell’acconto e dalla disponibilità dell’area.

Art. 5 – Collaudo e consegna
Al termine dei lavori, l’Installatore provvederà al collaudo dell’impianto in presenza del Committente. Il collaudo positivo comporta la consegna dell’impianto e il trasferimento della proprietà al Committente.

Art. 6 – Garanzie
L’Installatore garantisce l’impianto per un periodo di ____ anni dalla consegna, secondo le condizioni di garanzia dei produttori dei componenti e per i vizi derivanti dall’installazione.

Art. 7 – Obblighi del Committente
Il Committente si impegna a:
– Consentire l’accesso all’immobile per l’esecuzione dei lavori;
– Fornire tutta la documentazione necessaria;
– Effettuare i pagamenti secondo le modalità concordate.

Art. 8 – Obblighi dell’Installatore
L’Installatore si impegna a:
– Eseguire i lavori a regola d’arte e nel rispetto delle normative vigenti;
– Presentare la dichiarazione di conformità al termine dei lavori;
– Rimuovere i materiali di risulta e lasciare l’area pulita.

Art. 9 – Risoluzione
Il mancato rispetto delle obbligazioni essenziali da parte di una delle parti costituisce causa di risoluzione del contratto.

Art. 10 – Foro competente
Per qualsiasi controversia derivante dal presente contratto sarà competente il Foro di _______________.

Letto, confermato e sottoscritto.

Luogo e data: _______________________

Il Committente _________________________

L’Installatore _________________________

Allegato A: Specifiche tecniche impianto

Modello contratto licenza marchio a titolo gratuito

Redigere un contratto di licenza per l’uso di un marchio a titolo gratuito rappresenta un passaggio delicato e strategico sia per il titolare del marchio sia per chi ne ottiene l’utilizzo. Sebbene l’assenza di un corrispettivo economico possa far pensare a una procedura più semplice rispetto ai contratti onerosi, la tutela degli interessi di entrambe le parti resta fondamentale. In questa guida esploreremo passo dopo passo gli elementi essenziali per creare un contratto di licenza chiaro, efficace e conforme alla normativa vigente. L’obiettivo è fornire uno strumento pratico che aiuti a prevenire possibili controversie e a garantire una gestione trasparente e sicura del marchio, valorizzando al meglio la collaborazione tra le parti.

Come scrivere un contratto licenza marchio a titolo gratuito

Scrivere un contratto di licenza marchio a titolo gratuito richiede una conoscenza approfondita sia della normativa in materia di proprietà industriale sia delle tecniche di redazione contrattuale. Il contratto di licenza marchio, anche se stipulato senza corrispettivo, ha un impatto rilevante sia per il titolare del marchio sia per il licenziatario, in quanto consente a quest’ultimo di utilizzare il segno distintivo secondo modalità e limiti stabiliti dalle parti.

Per iniziare, è fondamentale identificare con precisione le parti coinvolte, ovvero il licenziante, titolare o avente diritto sul marchio, e il licenziatario, che sarà autorizzato all’uso. Questo comporta l’inserimento di tutti i dati identificativi essenziali, come denominazione sociale, indirizzo, codice fiscale o partita IVA, e la rappresentanza legale qualora si tratti di persone giuridiche. È importante anche specificare se il contratto viene stipulato tra soggetti italiani o se presenta profili di internazionalità, in quanto ciò può incidere sulla legge applicabile e sul foro competente.

Segue la descrizione dettagliata del marchio oggetto di licenza. Occorre indicare con estrema precisione il segno, la sua registrazione, il numero e la data di deposito, la classe merceologica secondo la classificazione di Nizza e la copertura territoriale della registrazione. È opportuno allegare una riproduzione del marchio e citare eventuali domande di rinnovo o estensione.

La clausola principale riguarda il conferimento della licenza. Nel caso di licenza gratuita, è bene esplicitare che l’autorizzazione all’uso avviene a titolo non oneroso, chiarendo che il licenziatario non sarà tenuto a corrispondere alcun compenso o royalty al titolare. Tuttavia, è consigliabile indicare le motivazioni della gratuità, come ad esempio rapporti di partnership, promozione congiunta o favor familiae, per evitare che la gratuità venga interpretata come rinuncia ai propri diritti o come una liberalità priva di causa.

È necessario poi definire con precisione l’ambito della licenza, ovvero se essa sia esclusiva o non esclusiva, quali siano i limiti territoriali e la durata del contratto. Anche se a titolo gratuito, è opportuno circoscrivere le modalità d’uso del marchio, specificando i prodotti o servizi per cui il marchio può essere utilizzato, le modalità di apposizione e le regole di presentazione. Si potrà prevedere la necessità di approvazione preventiva di materiali pubblicitari o confezioni da parte del licenziante, onde garantire il mantenimento del prestigio e del valore distintivo del marchio.

Non meno importante è la disciplina dell’uso corretto del marchio. Il licenziatario dovrà impegnarsi a rispettare le istruzioni del titolare, a non alterare il segno e a tutelarne la reputazione. Il contratto deve prevedere obblighi di diligenza, divieti di sub-licenza salvo espressa autorizzazione, e la restituzione del marchio a scadenza o cessazione anticipata del contratto.

Un’altra questione centrale riguarda la difesa del marchio. Si possono prevedere obblighi di segnalazione al titolare di eventuali contraffazioni o usi illeciti da parte di terzi, nonché la disciplina delle azioni legali contro tali usi, specificando chi abbia il diritto o l’obbligo di agire e chi sopporti le relative spese.

Nonostante la gratuità, è bene disciplinare le modalità di cessazione del contratto, prevedendo sia la durata, sia le ipotesi di recesso o risoluzione anticipata, in particolare per inadempimento o uso scorretto del marchio. È importante anche regolare le conseguenze della cessazione, in modo che il licenziatario sia obbligato a cessare immediatamente l’uso del marchio e a smaltire eventuali prodotti residui secondo modalità concordate.

Infine, il contratto dovrà contenere le disposizioni sulla riservatezza, la legge applicabile, la definizione delle controversie e, se necessario, l’obbligo di registrazione presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) o altri registri competenti per rendere la licenza opponibile ai terzi.

L’atto deve essere redatto in modo chiaro, senza ambiguità e con attenzione ai dettagli, perché anche una licenza a titolo gratuito può dare origine a controversie se le aspettative delle parti non sono ben regolate. Eventuali allegati, come la riproduzione del marchio, le istruzioni d’uso e la documentazione relativa alla registrazione, devono essere menzionati e firmati dalle parti. In conclusione, la stesura di un contratto di licenza marchio gratuito richiede la stessa accuratezza di un contratto oneroso, poiché la tutela dell’identità aziendale e dei reciproci interessi rimane sempre centrale.

Fac simile contratto licenza marchio a titolo gratuito

CONTRATTO DI LICENZA D’USO GRATUITA DI MARCHIO

TRA

[Licenziante], con sede legale in [indirizzo], codice fiscale e partita IVA [dati], in persona del legale rappresentante pro tempore [nome e cognome], di seguito “Licenziante”,

E

[Licenziatario], con sede legale in [indirizzo], codice fiscale e partita IVA [dati], in persona del legale rappresentante pro tempore [nome e cognome], di seguito “Licenziatario”,

PREMESSO CHE

– Il Licenziante è titolare del marchio [descrizione del marchio, numero di registrazione, classe, eventuale logo allegato in appendice], di seguito “Marchio”;
– Il Licenziatario desidera ottenere il diritto di utilizzare il Marchio per le finalità di seguito specificate;
– Il Licenziante è disposto a concedere al Licenziatario una licenza d’uso gratuita del Marchio alle condizioni stabilite nel presente contratto;

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

Art. 1 – Oggetto
Il Licenziante concede al Licenziatario, che accetta, il diritto non esclusivo e non trasferibile di utilizzare il Marchio esclusivamente per le seguenti finalità: [specificare le finalità e i prodotti/servizi]. Il Marchio potrà essere utilizzato esclusivamente nel territorio di [specificare il territorio].

Art. 2 – Gratuità
La presente licenza è concessa a titolo gratuito. Nessun corrispettivo è dovuto dal Licenziatario al Licenziante per l’uso del Marchio secondo i termini del presente contratto.

Art. 3 – Durata
La licenza è concessa per la durata di [specificare durata] a decorrere dalla data di sottoscrizione del presente contratto. Alla scadenza, la licenza si intenderà automaticamente cessata senza necessità di disdetta, salvo diverso accordo scritto tra le parti.

Art. 4 – Modalità d’uso
Il Licenziatario si impegna a utilizzare il Marchio nel rispetto delle direttive ricevute dal Licenziante e a non alterarne in alcun modo la forma grafica o la denominazione. Ogni utilizzo deve essere preventivamente approvato dal Licenziante su richiesta scritta del Licenziatario.

Art. 5 – Obblighi del Licenziatario
Il Licenziatario si impegna a non compiere atti che possano pregiudicare la validità o la reputazione del Marchio e a non registrare marchi simili o identici. Il Licenziatario dovrà prontamente comunicare al Licenziante ogni uso illecito o contraffazione del Marchio di cui venga a conoscenza.

Art. 6 – Risoluzione
Il Licenziante potrà revocare la presente licenza in qualsiasi momento, con preavviso scritto di [numero] giorni, qualora il Licenziatario violi una qualsiasi delle obbligazioni previste dal presente contratto. In caso di revoca o cessazione della licenza, il Licenziatario dovrà cessare immediatamente ogni uso del Marchio.

Art. 7 – Restituzione
Alla scadenza o risoluzione del contratto, il Licenziatario si impegna a cessare ogni utilizzo del Marchio e a restituire o distruggere ogni materiale recante il Marchio, secondo le istruzioni del Licenziante.

Art. 8 – Legge applicabile e foro competente
Il presente contratto è regolato dalla legge italiana. Per ogni controversia relativa alla validità, interpretazione, esecuzione o risoluzione del presente contratto sarà competente in via esclusiva il Foro di [Città].

Letto, confermato e sottoscritto.

[Luogo], [Data]

Il Licenziante
____________________

Il Licenziatario
____________________

Come Fare un Reclamo Zara

Presentare un reclamo a Zara richiede un approccio che tenga insieme la logica commerciale di un’azienda globale, le particolarità del canale attraverso cui l’acquisto è avvenuto e, soprattutto, i diritti che la normativa europea e quella nazionale riconoscono al consumatore. Non esiste un percorso unico valido per ogni evenienza, ma conoscere i passaggi chiave e gli interlocutori corretti permette di trasformare un’esperienza insoddisfacente in una pratica di tutela rapida ed efficace. Il punto di partenza è comprendere se il problema sia sorto in un negozio fisico o nello shop online, perché Zara – società del gruppo Inditex – gestisce i flussi di assistenza su piattaforme diverse. Nel primo caso il rapporto contrattuale si conclude al banco cassa del punto vendita, sicché la gestione immediata del reclamo passa dal direttore del negozio; nel secondo caso, invece, l’acquisto rientra nei contratti a distanza disciplinati dal Codice del consumo, con diritto di recesso entro quattordici giorni e con un servizio clienti centralizzato che fa capo alla sede spagnola ma opera, per l’Italia, tramite una struttura di customer care dedicata.

Quando il disservizio emerge dentro il negozio, il consumatore deve anzitutto chiedere di parlare con il responsabile di reparto o con lo store manager. L’esperienza di molti acquirenti dimostra che una spiegazione chiara dei fatti, accompagnata dalla presentazione dello scontrino fiscale e, se si tratta di un difetto del capo, dal capo stesso in condizioni di pulizia, risolve la questione sul posto: Zara adotta una policy commerciale piuttosto flessibile che consente il rimborso entro trenta giorni, la sostituzione immediata con un articolo identico o l’emissione di un buono spesa quando il prodotto non è più disponibile. Il Codice del consumo impone che, in caso di difetto di conformità manifestatosi entro ventiquattro mesi dalla consegna, il venditore risponda offrendo riparazione o sostituzione senza spese, o riduzione del prezzo, oppure risoluzione del contratto se le prime due soluzioni risultano impossibili o eccessivamente onerose. La catena spagnola recepisce questa disciplina nei propri termini di vendita e, per prassi, preferisce sostituire o rimborsare immediatamente pur di non compromettere la customer satisfaction. Tuttavia può capitare che lo store manager ritenga il reclamo infondato, magari perché il difetto pare dovuto a un cattivo uso del capo – si pensi a lavaggi a temperatura errata o a strappi derivanti da usura – oppure perché la richiesta eccede la politica aziendale di periodo. In questo caso il cliente può formalizzare la contestazione in forma scritta compilando il modulo di reclamo disponibile in ogni negozio, che il personale è tenuto a fornire. Il modulo viene poi inoltrato alla sede italiana di Inditex, in via Spiga a Milano, per un riesame che di norma richiede una decina di giorni lavorativi. Per rafforzare la propria posizione è utile corredare il modulo con fotografie del difetto e, qualora il capo sia già stato oggetto di lavaggio, con la ricevuta della lavanderia o con la prova dell’utilizzo di un ciclo di lavaggio delicato.

Se il problema deriva da un acquisto sul sito zara.com o tramite l’app mobile, la prima interfaccia è il portale stesso. Accedendo all’area “I miei ordini” si trova il pulsante “Richiedi assistenza” che avvia una chat istantanea con un operatore. Viene assegnato un numero di pratica, indispensabile per tracciare le successive comunicazioni. Il customer care online ha accesso all’intero dossier dell’acquisto: data e ora dell’ordine, modalità di pagamento, tracciatura del pacco, fotografia scattata al capo prima dell’imballaggio, eventuali segnalazioni di altri clienti su lotti difettosi. Ciò permette una verifica preliminare molto rapida e spesso la soluzione è immediata: il servizio clienti invia un’etichetta di reso prepagata, offre di cambiare la taglia, oppure, se il bene è difettoso, dispone il rimborso sullo stesso mezzo di pagamento utilizzato dal cliente. L’ostacolo nasce quando il difetto compare dopo la finestra dei trenta giorni concessa per i resi “per ripensamento”. In quel caso Zara procede a un ritiro con corriere e sottopone il capo a un controllo qualità nel magazzino centrale. Se la perizia conferma il vizio di conformità, il rimborso è totale e comprende le spese di spedizione; se invece il vizio risulta insussistente, l’articolo viene rispedito al cliente a sue spese. La chiave per evitare contestazioni è conservare la prova fotografica del difetto non appena si manifesta e inviarla al customer care nella prima mail utile, indicando in modo circostanziato quando e come si è verificato l’inconveniente.

Può succedere che l’iter digitale non soddisfi il cliente, per esempio perché il termine di risposta di Zara supera i sette giorni lavorativi che l’azienda stessa si impegna a rispettare, oppure perché la decisione viene rigettata senza motivazione adeguata. In questa fase il consumatore può alzare il livello del confronto e presentare un reclamo formale scritto. La missiva, sottoscritta con firma autografa scansionata o con firma digitale, va inviata via pec all’indirizzo inditexitalia@legalmail.it, oppure con raccomandata  a Inditex Italia S.r.l. – Ufficio Assistenza Clienti, via Fatebenefratelli 10, 20121 Milano. Il testo della lettera deve riportare i dati anagrafici completi, il numero di ordine o di scontrino, la descrizione del vizio, i rimedi richiesti (sostituzione, riparazione, riduzione del prezzo o rimborso) e la diffida a rispondere entro un termine ragionevole, di solito fissato in quindici giorni, citando la normativa di riferimento – articolo 135‑bis e seguenti del Codice del consumo per i difetti di conformità, articoli da 128 a 135‑octies in recepimento della Direttiva 2019/771/UE. È utile precisare che, in assenza di riscontro, si presenterà ricorso al Servizio di conciliazione paritetica o, in ultima istanza, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Zara, consapevole del rischio reputazionale, tende a fornire una risposta motivata entro la dead‑line pur di evitare escalation.

Se anche il reclamo formale non porta esiti, resta la via della conciliazione paritetica. Inditex ha aderito al protocollo con le principali associazioni di consumatori italiane – Altroconsumo, Codacons, Adiconsum – che prevede la costituzione di un collegio di tre membri: un rappresentante dell’azienda, un rappresentante dell’associazione e un conciliatore esperto. La domanda di conciliazione si presenta online sul sito dell’associazione scelta, allegando tutta la corrispondenza intercorsa. Il collegio convoca le parti in videoconferenza o in presenza e formula una proposta che, se accettata, diventa vincolante. L’esperienza mostra che oltre l’ottanta per cento dei reclami si chiude a questo stadio con un accordo che prevede rimborso integrale o parziale, buoni acquisto o sostituzione del capo contestato.

Nel caso estremo in cui la conciliazione fallisca, rimangono due strade: l’Arbitro per le Controversie Finanziarie non è competente, perché la materia non è bancaria; l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato può però sanzionare pratiche commerciali scorrette, come il rifiuto illegittimo di garanzia. Per somme fino a cinquemila euro, il consumatore può infine ricorrere al giudice di pace del proprio domicilio, con procedura semplificata. Zara, tuttavia, aderisce al Regolamento ODR dell’Unione europea: ciò significa che l’utente può caricare il reclamo sulla piattaforma on‑line dispute resolution raggiungibile dal banner “Risoluzione delle controversie” presente in fondo al sito aziendale. Il gestore ODR notificherà la contestazione a Zara e inviterà le parti a nominare un organismo ADR scelto da un elenco europeo. La procedura è gratuita, si svolge in italiano e si conclude, di regola, in novanta giorni.

È opportuno considerare un ulteriore dettaglio: la garanzia legale di conformità non si esaurisce con la sostituzione del capo; sulla merce nuova decorrono infatti nuovi ventiquattro mesi di tutela. Nel caso in cui Zara proponga un voucher oppure un buono sconto, è bene farsi precisare per iscritto che l’opzione è alternativa al rimborso in denaro, per evitare che il buon esito del reclamo sia poi contabilizzato come accettazione definitiva.

Se il reclamo riguarda, invece, aspetti di condotta del personale (scortesia, discriminazione, mancato rispetto delle file), il percorso è un po’ diverso. In questo caso la contestazione non fa leva sulla garanzia di conformità, ma sui doveri di correttezza e buona fede nell’esecuzione del contratto. Occorre indirizzare una lettera alla sede italiana di Inditex, chiedendo l’intervento della direzione risorse umane e segnalando la data, l’ora e il negozio in cui si è verificato il comportamento scorretto. Allegare eventuali testimonianze, fotografie o registrazioni audio o video aiuta a rendere il reclamo circostanziato. Zara è obbligata a rispondere entro trenta giorni, come stabilito dal Codice del consumo per i reclami legati a pratiche commerciali scorrette, e può proporre scuse formali, buoni acquisto o, nei casi più gravi, l’apertura di un audit interno sulla condotta segnalata.

In definitiva, per rendere efficace un reclamo contro Zara occorre imboccare il canale giusto fin dal principio, fornire tutti i dati di rintracciabilità dell’acquisto, indicare con precisione quale rimedio si desideri e fissare un termine ragionevole per la risposta. La normativa a tutela del consumatore, dalla direttiva europea al Codice del consumo italiano, mette a disposizione una serie di leve che, se usate correttamente, inducono l’azienda a risolvere in tempi rapidi la controversia. Zara, attenta alla propria immagine, preferisce quasi sempre chiudere il dossier in fase stragiudiziale. Con un’impostazione documentata e un linguaggio fermo ma cortese, la probabilità di ottenere soddisfazione è elevata, a prescindere dal valore economico del capo contestato.

Come Chiedere il Conteggio Estintivo a Compass

Chiedere a Compass il conteggio estintivo di un prestito personale o di una cessione del quinto significa domandare alla banca un documento riepilogativo che indichi con precisione quale somma occorra versare per chiudere in anticipo il finanziamento. È un diritto che discende dal Testo unico bancario: l’articolo 125‑sexies riconosce al consumatore la facoltà di rimborsare il credito prima della scadenza e impone all’intermediario di fornire gratuitamente, entro dieci giorni solari dalla richiesta, l’esatto conteggio con capitale residuo, interessi maturati sino alla data di estinzione, quota di costi da restituire e penale – se contrattualmente prevista e comunque mai superiore all’uno per cento del debito residuo. L’obbligo di tempestività è stato ribadito dalle disposizioni di trasparenza della Banca d’Italia, sicché un ritardo ingiustificato costituisce pratica scorretta passibile di segnalazione all’Arbitro bancario finanziario o all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Dal punto di vista operativo Compass mette a disposizione più canali. Il più rapido e giuridicamente sicuro è la posta elettronica certificata: l’indirizzo ufficiale è compass@pec.compassonline.it, corrispondente alla sede legale di via Caldera 21, 20153 Milano. L’invio da una casella PEC equivale a raccomandata con ricevuta di ritorno e fa decorrere il termine di dieci giorni dal momento in cui il messaggio viene consegnato nel dominio del destinatario. Chi non dispone di PEC può usare la raccomandata A/R indirizzata all’Ufficio conteggi estintivi, sempre presso la sede di Milano, oppure il fax 02 7213 2374. Compass accetta le richieste anche via posta elettronica ordinaria all’indirizzo servizio.clienticq@compass.it, ma in quel caso non è garantita la prova legale di invio e ricezione; pertanto è consigliabile allegare la scansione della carta d’identità e conservare la ricevuta di avvenuta consegna del provider. Chi possiede credenziali attive nell’area riservata MyCompass può infine caricare la domanda tramite l’apposita funzione: il sistema genera un ticket protocollato che ha valore di richiesta formale.

Il contenuto della domanda non è rigidamente predefinito, ma la prassi bancaria richiede di specificare i dati anagrafici completi, il codice fiscale, il numero di contratto o di pratica, la tipologia di finanziamento, la volontà inequivoca di ottenere il conteggio estintivo e la data alla quale si desidera chiudere il debito. Tale data è essenziale perché gli interessi di un prestito si calcolano su base giornaliera; se il cliente non la indica Compass applicherà, per consuetudine, la data più prossima a quella di elaborazione del conteggio, con il rischio che la cifra subisca scostamenti se il pagamento effettivo avviene più tardi. Inserire un termine realistico – ad esempio trenta giorni dalla richiesta – permette di programmare il bonifico o il pagamento del bollettino e di evitare contestazioni sui conteggi.

La banca, ricevuta l’istanza, produce un documento che riporta: capitale residuo; interessi maturati; quota di interessi non ancora maturata da scontare; costi up‑front da rimborsare pro‑rata (commissioni di istruttoria, spese assicurative riconducibili alla durata del contratto); eventuale penale di estinzione, il tutto aggiornato alla data indicata. Per i prestiti cessione del quinto, in cui la rata è trattenuta dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico, nel conteggio compaiono anche la quota premio assicurativo “vita” e “impiego” rimborsabile, calcolata secondo le istruzioni IVASS e Bankitalia del 2018. Il documento reca la firma elettronica avanzata del funzionario e il timbro cronologico, ed è valido ai fini fiscali per fruire di eventuali detrazioni sugli interessi pagati fino alla data di estinzione.

Se la banca non rispetta il termine di dieci giorni il cliente può inviare un sollecito, sempre tracciato, richiamando l’articolo 125‑sexies. Trascorsi ulteriori quindici giorni senza risposta, la normativa di trasparenza consente di presentare reclamo scritto all’Ufficio reclami di Compass, il quale ha obbligo di rispondere entro trenta giorni. La mancata o insoddisfacente replica apre la strada al ricorso presso l’Arbitro bancario finanziario: il Collegio di Milano, competente per la sede del finanziatore, ha già condannato istituti di credito al risarcimento delle spese e alla produzione immediata del conteggio estintivo in numerosi casi analoghi.

In pratica il consumatore che intenda sostituire il prestito con uno nuovo a tasso più basso, o voglia estinguere il debito usando liquidità personale o un’eredità, non ha bisogno di motivare la richiesta. L’estinzione anticipata è un diritto “senza penali oltre soglia” tutelato dal legislatore europeo per garantire mobilità del credito. Compass può soltanto pretendere, se previsto dal contratto stipulato prima del 2 luglio 2021, una commissione pari al massimo all’uno per cento del capitale residuo se la vita residua del finanziamento supera un anno, o allo 0,5 per cento se mancano meno di dodici mesi alla scadenza. Nei finanziamenti sottoscritti dopo quella data la penale è azzerata per effetto del Decreto Sostegni‑bis.

Quando il cliente riceve il conteggio ha normalmente trenta giorni per versare l’importo. Il pagamento avviene con bonifico sull’IBAN indicato, con l’obbligo di inserire nella causale il numero di pratica e la dicitura “estinzione anticipata”. In ipotesi di rimborso a mezzo assegno circolare la banca attende l’effettivo accredito prima di rilasciare la quietanza liberatoria. È importante conservare la ricevuta di avvenuto bonifico: sarà necessaria per cancellare l’eventuale pegno o per chiedere la liberatoria da inviare alla Centrale rischi, così da aggiornare la posizione a “saldo chiuso”.

Di seguito un modello richiesta conteggio estintivo Compass che il richiedente può compilare e trasmettere, adattandolo alle proprie esigenze. La struttura è in forma di lettera aperta, già calibrata sui requisiti minimi richiesti dalla prassi Compass; basta sostituire i campi in maiuscolo con i dati reali e allegare la copia del documento d’identità.

Oggetto: richiesta conteggio estintivo – contratto n. _____________

Il/La sottoscritto/a ________________________________________________,
nato/a a ______________________ (___) il ___/___/______, codice fiscale ____________________,
residente in ______________________________________ n. ___, CAP _______ – Provincia ___,
telefono ________________, e‑mail _________________________________,

PREMESSO – di essere titolare del contratto di finanziamento citato in oggetto, stipulato il ___/___/______;

– di voler procedere all’estinzione anticipata del medesimo ai sensi dell’art. 125‑sexies d.lgs. 385/93;

CHIEDE

che codesta banca formuli e trasmetta, entro il termine di legge di dieci giorni, il conteggio estintivo
aggiornato alla data del ___/___/______ (oppure: «alla prima data utile successiva alla ricezione della presente»),
contenente l’indicazione analitica di:
• capitale residuo;
• quota interessi maturata al giorno di estinzione;
• rimborso pro‑quota dei costi up‑front;
• eventuale indennizzo di estinzione ai sensi dell’art. 125‑sexies, comma 2;
• coordinate bancarie per il versamento.

Si allega copia di documento di identità in corso di validità; la presente è inviata a mezzo PEC
per gli effetti di cui all’art. 48 d.lgs. 82/2005 (CAD).

Si prega di voler confermare via PEC l’avvenuta presa in carico della richiesta.

Distinti saluti.

Luogo e data _______________________________

___________________________________________
(firma leggibile)

Compilato il modulo, il cliente dovrà soltanto attendere il conteggio. Nell’attesa può chiedere preventivi di rifinanziamento a banche concorrenti oppure calcolare il vantaggio economico con un semplice foglio di calcolo: basta confrontare il Taeg residuo del vecchio prestito, calcolato sul capitale e sugli interessi ancora da pagare, con il Taeg proposto per il nuovo finanziamento. Se il tasso risulta inferiore di almeno un punto percentuale, di norma il risparmio giustifica le spese di estinzione e di apertura del nuovo prestito.

In caso di ritardi, la strada del reclamo è semplice. È sufficiente spedire un’ulteriore PEC a reclami@pec.compassonline.it o una raccomandata all’Ufficio reclami di via Caldera 21/D; Compass ha trenta giorni per rispondere. Trascorso tale termine senza esito, il ricorrente può rivolgersi all’Arbitro bancario finanziario presentando lamentele on‑line sul portale ABF: il deposito costa venti euro che verranno restituiti se il ricorso viene accolto anche solo parzialmente. La decisione, non appellabile in senso stretto, è esecutiva se la banca non la impugna entro trenta giorni.

Domandare il conteggio estintivo, dunque, è un’operazione semplice ma non banale; conoscere i propri diritti, rispettare le formalità e utilizzare i canali certificati garantisce tempi rapidi e documentazione completa, elementi necessari per chiudere un finanziamento in maniera corretta, evitare addebiti ingiustificati e accedere nel modo più conveniente a nuove forme di credito.

Modello contratto posa piastrelle

Redigere un contratto per la posa delle piastrelle è un passo fondamentale per garantire che ogni fase del lavoro venga gestita in modo chiaro, trasparente e tutelando sia il committente che il professionista. Un accordo ben strutturato non solo definisce gli obblighi e i diritti di entrambe le parti, ma contribuisce anche a prevenire incomprensioni e controversie durante l’esecuzione dell’opera. In questa guida troverai i punti essenziali da considerare nella stesura di un contratto efficace per la posa delle piastrelle, con consigli pratici e indicazioni utili per affrontare ogni aspetto, dalla descrizione dettagliata dei lavori alle modalità di pagamento, dalle tempistiche alle garanzie, fino alla gestione di eventuali imprevisti.

Come scrivere un contratto posa piastrelle

Scrivere un contratto per la posa di piastrelle richiede attenzione, precisione e una chiara comprensione sia degli aspetti tecnici del lavoro sia delle relazioni tra committente e fornitore. Il primo passo fondamentale è identificare tutte le parti coinvolte: il committente, ovvero chi richiede il lavoro, e l’esecutore, che può essere un artigiano, una ditta individuale o una società specializzata. I dati di entrambe le parti devono essere riportati in modo completo per evitare ambiguità, includendo nomi, indirizzi, recapiti e, se applicabile, i dati fiscali.

Successivamente, è essenziale descrivere in modo dettagliato l’oggetto del contratto, ovvero il lavoro da svolgere. Bisogna specificare la tipologia di piastrelle da posare, il formato, il materiale, il colore e ogni altra caratteristica richiesta dal committente. Accanto a questa descrizione, si deve indicare con precisione l’area di intervento, come ad esempio i metri quadrati di pavimento o rivestimento da piastrellare, e la localizzazione all’interno dell’immobile. È importante includere anche eventuali opere accessorie, come la rimozione di vecchie piastrelle, la preparazione del fondo o la posa di battiscopa e profili.

Un aspetto cruciale del contratto riguarda i materiali: bisogna stabilire chi fornisce le piastrelle e i materiali accessori, come collanti, stucchi e profili. Se questi sono a carico dell’esecutore, il contratto dovrà specificare la qualità richiesta e la conformità alle normative vigenti. In caso contrario, sarà il committente a provvedere ai materiali e l’esecutore dovrà verificarne la corretta fornitura prima di iniziare i lavori.

I tempi di realizzazione rappresentano un altro elemento chiave. È necessario indicare la data di inizio e quella presunta di fine lavori, insieme alle modalità per la gestione di eventuali ritardi dovuti a cause di forza maggiore o a richieste di variazione da parte del committente. Collegato a questo punto c’è il tema dei pagamenti: il contratto deve prevedere il prezzo concordato, le modalità di pagamento (ad esempio acconto e saldo finale), le tempistiche e le conseguenze in caso di ritardo nei pagamenti.

Per evitare controversie, è opportuno inserire una sezione dedicata al collaudo e all’accettazione dei lavori. Qui si precisa che il committente dovrà verificare la corretta esecuzione della posa e segnalare eventuali difetti o contestazioni entro un termine stabilito. In questo contesto, è importante richiamare anche la normativa sulla garanzia per vizi e difformità dell’opera, specificando la durata della garanzia e le modalità di intervento per la correzione di eventuali difetti.

Infine, il contratto deve prevedere la gestione delle controversie, indicando la giurisdizione competente e, se le parti lo desiderano, la possibilità di ricorrere a strumenti alternativi come la mediazione. È buona pratica chiudere il documento con le firme di entrambe le parti e con la dichiarazione di aver letto, compreso e accettato tutte le clausole del contratto. Solo così si potrà tutelare efficacemente sia chi commissiona che chi esegue la posa delle piastrelle, evitando malintesi e assicurando la buona riuscita dell’intervento.

Fac simile contratto posa piastrelle

CONTRATTO DI POSA IN OPERA DI PIASTRELLE

Tra

Il Sig./La Sig.ra __, nato/a a __ il ____, residente in __, C.F. ____ (di seguito "Committente"),

e

La ditta/Il Sig./La Sig.ra __, con sede in __, P.IVA/C.F. ____ (di seguito "Esecutore"),

si conviene e si stipula quanto segue:

Art. 1 – Oggetto del Contratto
Il Committente affida all’Esecutore, che accetta, l’esecuzione dei lavori di fornitura e posa in opera di piastrelle presso l’immobile sito in __.

Art. 2 – Modalità di esecuzione
I lavori saranno eseguiti a regola d’arte, nel rispetto delle norme vigenti e secondo le indicazioni tecniche fornite dal Committente. L’Esecutore si impegna a utilizzare materiali conformi alle specifiche concordate.

Art. 3 – Durata dei lavori
L’inizio dei lavori è previsto per il ____ e dovranno essere ultimati entro il ____, salvo cause di forza maggiore.

Art. 4 – Corrispettivo
Il corrispettivo per l’esecuzione dei lavori è stabilito in euro ____ (____/00), oltre IVA di legge, che sarà pagato dal Committente secondo le seguenti modalità:

  • Acconto di euro ____ alla firma del presente contratto;
  • Saldo di euro ____ a fine lavori, previa verifica della corretta esecuzione delle opere.

    Art. 5 – Obblighi delle parti
    L’Esecutore si impegna a mantenere il cantiere in condizioni di pulizia e sicurezza per tutta la durata dei lavori. Il Committente dovrà garantire il libero accesso ai locali oggetto dell’intervento.

    Art. 6 – Garanzia
    L’Esecutore garantisce la buona esecuzione delle opere per un periodo di ____ mesi dalla data di ultimazione dei lavori.

    Art. 7 – Risoluzione
    In caso di inadempimento di una delle parti agli obblighi contrattuali, la parte adempiente potrà risolvere il contratto ai sensi dell’art. 1456 c.c., previa comunicazione scritta.

    Art. 8 – Controversie
    Per ogni controversia relativa all’interpretazione, esecuzione e validità del presente contratto sarà competente il foro di __.

    Art. 9 – Trattamento dei dati personali
    Le parti si impegnano al rispetto della normativa vigente in materia di trattamento dei dati personali.

    Letto, confermato e sottoscritto.

    Luogo e data __

    Firma del Committente

    Firma dell’Esecutore